Usare correttamente e la paglietta e la carta abrasiva nel restauro dei mobili antichi è fondamentale. Abbiamo parlato di carta abrasiva in questo recente articolo. Oggi vediamo insieme quale paglietta usare e perché. Nel restauro infatti usiamo pagliette d’acciaio e pagliette sintetiche di formati diversi a seconda dell’operazione che stiamo compiendo.
La paglietta d’acciaio
La paglietta d’acciaio si divide in grossa, media e fine. La paglietta grossa la usiamo nelle prime fasi del restauro durante la sverniciatura. La sverniciatura consiste nel rimuovere con uno sverniciatore in gel le vecchie vernici presenti sul mobile. Il gel è paraffina e ha la funzione di mantenere sulla superficie i solventi che compongono lo sverniciatore.
Dopo aver passato lo sverniciatore sulla superficie, lo lasciamo agire per qualche minuto. Rimuoviamo poi il prodotto e le vecchie vernici con la paglietta grossa. La paglietta grossa in genere non ha la forza di graffiare il legno. Attenzione però che a volte alcuni fili sono particolarmente taglienti e potrebbero segnare la superficie del legno rovinandolo.
La paglietta fine
La paglietta fine è molto più morbida e con i fili molto più piccoli della paglietta grande. Si chiama anche paglietta ” francese” o “quattro zeri”. Usiamo la paglietta fine nella preparazione del fondo prima della lucidatura a gommalacca quando dobbiamo rasare il “pelo del legno”. Il “pelo del legno” sono le fibre del legno che se non vengono tagliate completamente non consentono alla luce di essere riflessa dalla superficie.
Dopo aver dato il colore al mobile e averlo fissato con la prima mano di gommalacca passiamo la paglietta fine su tutta la superficie. Noteremo che il legno produce una polvere fine, si tratta delle fibre del legno che sono state tagliate dalla paglietta. Nella lucidatura a tampone ripetiamo questa operazione due o più volte, dopo ogni passata di gommalacca.
La paglietta sintetica
Nel mio laboratorio la paglietta sintetica, chiamata anche panno abrasivo, ha sostituito ormai da anni la paglietta fine d’acciaio. Un grosso problema della paglietta fine è che i fili d’acciaio di cui è composta tendono a rompersi. Questa polvere sottile d’acciaio è sempre stata un vero problema in laboratorio.
Come sai è sempre molto difficile mantenere il laboratorio pulito e privo di polvere e se questa polvere cade sulla superficie durante la lucidatura fa corpo unico con la gommalacca rovinando irrimediabilmente la lucidatura.
La paglietta sintetica invece non si rompe e dura molto a lungo. Possiamo usare la paglietta quando è nuova e molto tagliente se dobbiamo rasare il pelo del legno nelle prime spaiettature e usare vecchie pagliette rese più morbide dall’usura quando dobbiamo spagliettare la superficie durante la fasi avanzate della lucidatura.
Le pagliette sintetiche hanno diversi colori e ogni colore corrisponde ad una grana. Io uso la paglietta rossa che corrisponde ad una grana 220.
Se ami il restauro e vuoi scoprire tutti i “trucchi del mestiere”, evitando così di fare inutili errori, hai molti modi per approfondire l’argomento. Puoi leggere il mio Prontuario del restauratore oppure puoi seguire i miei corsi online. Se invece preferisci i corsi dal vivo qui trovi tutte le date e i programmi dei corsi che tengo nel mio laboratorio di Milano.
Buon restauro!
Il maestro Carlo