La lucidatura a gommalacca: 5 semplici passi

La lucidatura a gommalacca, detta anche lucidatura a tampone, a spirito o a stoppino è la migliore lucidatura che possiamo fare su un mobile antico.

Messa a punto dai francesi nel 700 per valorizzare le venature dei legni e degli intarsi questa lucidatura è rimasta insuperata. Le vernici sintetiche, che hanno reso la verniciatura più facile e veloce, non hanno mai sostituito la bellezza della lucidatura a gommalacca. Con questa lucidatura la luce penetra nel poro del legno donando profondità alla superficie e mettendo in risalto venature, radiche e marezzature.

Lucidare a gommalacca è un mestiere che si apprende con la pratica, sembra banale dirlo ma più si lucida e più si diventa bravi. La cosa importante è cominciare a farlo.

Puoi lucidare a gommalacca per hobby oppure decidere di farne il lavoro della tua vita. Comincia a fare pratica su un mobile non antico. Il comodino della nonna oppure un tavolino del 900 sono ottimi esempi di mobili su cui far pratica senza fare danni. Vediamo adesso insieme come lucidare un mobile in 5, semplici, passi.

1) La preparazione della vernice

La gommalacca è una resina naturale prodotta dalla femmina di un insetto e si presenta sotto forma di scaglie di un bel colore ambrato. Per la lucidatura a gommalacca ci serve una vernice e ne prepariamo una molto semplice.

Si tratta di una vernice alcoolica che otteniamo sciogliendo la gommalacca in scaglie in alcool etilico. La ricetta base che io consiglio è di 200 grammi di gommalacca sciolta a freddo in un litro di alcool etilico.

Esiste anche una gommalacca decerata completamente incolore che usiamo su mobili che devono rimanere particolarmente chiari come i mobili di design nordico realizzati in legno di betulla.

2) La preparazione del legno

Per ottenere una buona lucidatura dobbiamo preparare in maniera ottimale il legno. La gommalacca così come mette in evidenza tutti i pregi del legno metterà in evidenza anche i suoi difetti. Stuccature chiare o segni di carteggiature balzeranno subito all’occhio.

Stucchiamo sempre con uno stucco di gesso del colore adatto, qui vedi il video come colorare lo stucco di gesso, e carteggiamo usando una carta abrasiva grigia non troppo aggressiva. Io uso una grana 100/120. La luce per essere riflessa dalla superficie non deve incontrare nessun ostacolo e tutte le fibre del legno devono essere rasate. La superficie deve presentarsi liscia senza ruvidità.

3) Le prime mani di gommalacca

La prima mano di gommalacca possiamo stenderla a pennello. Questa prima mano infatti ha solo la funzione di cominciare a riempire il poro del legno e di fissare il pelo in modo che possa essere rasato. Questa rasatura la facciamo con una carta molto fine, io uso una grana 400, e la finiamo con una paglietta sintetica.

Teniamo sempre il fondo ben pulito e aspirato. La polvere è la grande nemica del lucidatore e l’ambiente dove lucidiamo deve essere il più pulito possibile.  Procediamo con la lucidatura a gommalacca del mobile usando un tampone. La vernice a gommalacca infatti non ci consente di completare la lucidatura usando il pennello.

4) Il tampone per la lucidatura

Come abbiamo detto la vernice di gommalacca è una vernice molto semplice. Questa vernice non ha le caratteristiche di elasticità che ci consentono di verniciare il mobile a pennello. Il tampone invece ci consente di distribuire la vernice sulla superficie e di farla penetrare nel poro del legno in maniera uniforme e senza strappi.

Ogni lucidatore si costruisce il tampone in modo diverso a seconda della tradizione della sua regione. Io lucido con un tampone che ha l’interno di lana e l’esterno di cotone. Sia la lana che il cotone non devono avere peli che potrebbero fare corpo unico con la vernice e rovinare la lucidatura.

5) La lucidatura e la finitura

A seconda del tipo di risultato che vuoi ottenere lavori più o meno la superficie con il tampone. Puoi fare una lucidatura molto semplice e quasi opaca passando poco il tampone e finendo a cera il mobile. Oppure puoi lavorare di più la superficie, aiutandoti con qualche goccia di olio paglierino, fino ad ottenere un mezzo poro.

Il mezzo poro non significa che i pori del legno sono pieni a metà ma che sulla superficie avremo pori più aperti e pori più chiusi. Il risultato è una lucidatura a gommalacca molto morbida e non brillante. Puoi decidere invece di riempire tutti i pori del legno e ottenere così una finitura più lucida e brillante.

La scelta della finitura la facciamo in fase di progetto di restauro in base all’epoca del mobile, ai gusti del cliente e all’ambiente che ospiterà il mobile. Tieni presente che il mobile con una finitura opaca sembrerà più rustico mentre con una finitura lucida sembrerà più elegante.

Se ti piace la lucidatura a tampone e vuoi imparare velocemente ti consiglio il corso base di restauro. Se invece hai già lucidato alcuni mobili e non sei soddisfatto, vorresti frequentare un corso di lucidatura ma nel fine settimana sei occupato potresti frequentare un corso di lucidatura a gomalacca a tampone.

Se non puoi frequentare i corsi dal vivo guarda la presentazione  dei Corsi Online  e del Corso di lucidatura a gommalacca.

Il maestro Carlo

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Mi chiamo Carlo Ferrari e da oltre 20 anni mi occupo di restauro e antiquariato.

Un giorno ho deciso di fare della mia passione il lavoro del mio futuro. Un hobby, una passione proprio come te.

Oggi posso dire di essere un restauratore affermato, ho molti clienti privati, lavoro per istituzioni e per alcuni grandi antiquari.

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