Lucidatura a cera o finitura a cera di un mobile sono due modi diversi per dire la stessa cosa. Quando restauriamo un mobile antico o realizziamo un mobile moderno dobbiamo decidere che tipo di finitura fare. La lucidatura a cera rientra nelle “finiture naturali del legno”. Finiture cioè che utilizzano prodotti naturali per proteggere la superficie e lucidarla. In questi ultimi anni le cose sono un pò cambiate nel mondo del restauro e il gusto si è spostato sempre più verso finiture opache. I mobili lucidi piacciono sempre meno. Ma quali sono le finiture di un mobile e quando le dobbiamo applicare? Vediamolo in estrema sintesi:
- finitura a poro aperto, o a cera, o opaco. Generalmente applicate su mobili rustici di tutte le epoche
- finitura a mezzo poro o lucido morbido. Generalmente applicate su mobili rustici del 700 e 800
- finitura a poro pieno o lucido pieno. Generalmente applicate sui mobili del 700 e dell’800 eleganti.
- finitura brillante. Generalmente applicata sui mobili del 700 intarsiati e dell’800 e 900 particolarmente eleganti
Naturalmente tra ognuna di queste finiture ci sono livelli intermedi di lucido. Sarà l’abilità del restauratore o falegname a trovare la finitura che meglio risponde alle esigenze del cliente o del mobile. Ogni lucidatura, anche quella a cera, ha una base di gommalacca .La gommalacca serve per riempire il poro creando una base o fondo, e fissare il pelo del legno per poterlo rasare. Per creare questa base o fondo possiamo usare anche solo il pennello. Per finiture più lucide dobbiamo usare il tampone. Qui vedi tutti i passaggi della lucidatura a tampone.
1) La preparazione del fondo
Il fondo, o superficie, del mobile deve essere stata stuccata con stucco di gesso e carteggiata con una carta non troppo aggressiva dove necessario. Se desideriamo dare al mobile un “sapore” di mobile antico “scaldandone il colore” possiamo colorare il legno con un mordente all’acqua diluito in modo da ottenere il colore desiderato.
2) La prima mano di gommalacca
Dopo aver stuccato, carteggiato ed eventualmente colorato il fondo passiamo la prima mano a pennello. La vernice di gommalacca che usiamo è la classica ricetta che io consiglio ai miei allievi: 200 grammi di gommalacca in scaglie in un litro di alcool a 99,9°. Stendi la gommalacca con un normale pennello di setola naturale e tira la vernice lungo la venatura del legno.
3) La rasatura del pelo del legno
Lasciamo asciugare bene la vernice. Toccando la superficie noterai che è diventata più ruvida. Si tratta del pelo del legno che è stato fissato dalla gommalacca e che va rasato. Se non rasi il pelo la luce non può essere riflessa dalla superficie. Tagliamo il pelo con una carta abrasiva fine (grana 400) oppure con una paglietta sintetica o di acciaio 0000.
4) La seconda mano di gommalacca
Diluiamo la vernice preparata in precedenza aggiungendo alcool. Come sai la vernice di gommalacca è una vernice molto semplice, poco elastica, e non si presta per finiture. Ma in questo caso il nostro compito è di mettere altra resina nel poro del legno per migliorarne il fondo e prepararlo a ricevere la cera finale. Tira sempre il pennello lungo la venatura del legno.
5) La lucidatura a cera
Dopo aver lasciato asciugare bene il fondo passiamo alla lucidatura a cera. La cera ci aiuterà a proteggere il fondo di gommalacca e smorzerà l’eventuale lucido, dando al mobile una finitura opaca. Stendi la cera con un pennello e togli subito con uno straccio di cotone gli eccessi uniformandola sulla superficie. Aiutati con una spazzola per far penetrare la cera negli intagli e nelle modanature. Lascia riposare per un paio di giorni e fai la stracciatura finale. Usa sempre uno straccio di cotone, meglio se felpato.
Per la lucidatura a cera puoi usare una cera per mobili oppure un encaustico. L’encaustico è un insieme di cere naturali che rende più resistente questo tipo di finitura. La cera per mobili e l’encaustico possono essere neutri o colorati con bitume di Giudea. Qui trovi la ricetta per un buon encaustico.
Nel Prontuario del Restauratore trovi passo dopo passo tutte le ricette e i segreti per un corretto restauro del mobile antico.
Il maestro Carlo