“La patina del mobile è il suo vero valore”.
Quante volte ho sentito questa frase quando ero un giovane appassionato di restauro e frequentavo le botteghe di bravi restauratori e antiquari. La patina era tenuta in grande considerazione e un mobile spatinato era considerato un mobile senza valore antiquariale.
Prima di imparare a lucidare a tampone non sapevo come recuperare una patina. Poi ho imparato a restaurare, a lucidare a tampone e il recupero della patina dei mobili antichi è diventato la mia specializzazione. Ma cos’è la patina del mobile? E come si fa a recuperarla?
La patina del mobile
La patina non è lo sporco accumulato sulla superficie. Possiamo paragonarla alla pelle del corpo umano. La patina è formata dagli strati superficiali del mobile come le vecchie vernici e i legni che a contatto con la luce e con l’ossigeno si sono ossidati cambiando il colore.
Anche i segni di usura sulla superficie come le macchie di inchiostro sul piano di uno scrittoio, gli angoli smussati di un coperchio, il fronte leggermente imbarcato di un cassetto sono da considerare patina. In pratica è il risultato della storia del mobile e come il mobile si presenta a noi.
Recuperare la patina
Non sempre è possibile recuperare la patina originale del mobile. Dipende proprio dalla sua storia. Se è sempre rimasto in uso o in luogo sano e riparato, molto probabilmente la sua patina si può recuperare. Mentre se è stato abbandonato in una soffitta o in una cantina umida non sempre sotto lo sporco troviamo ancora la sua lucidatura originale perchè rovinata della condizioni ambientali sfavorevoli.
Per restauro di un mobile con recupero della patina io intendo proprio la pulitura del mobile con la ripresa della sua lucidatura originale. Per pulire un mobile dallo sporco usiamo un pulitore. Generalmente il pulitore è composto da acqua ragia, olio paglierino e alcool in proporzione 2:2:1.
Il tampone e la vernice
Dopo aver pulito la superficie del mobile con un batuffolo di cotone e il pulitore passiamo uno straccio per togliere l’olio in eccesso e lo sporco rimanente. Prepariamo un tampone e una vernice di gommalacca molto diluita. Usiamo il tampone quasi asciutto e con mano leggera passiamo uniformemente su tutta la superficie sfruttando l’olio del pulitore che è rimasto sul mobile.
La mano deve essere molto leggera in quanto in questa fase è molto facile “strappare”. Strappare con il tampone significa togliere la vernice dalla superficie.
La finitura
Quando recuperiamo la patina di un mobile non serve aggiungere vernice alla vecchia lucidatura. Sul tampone, durante le prime passate, rimarrà altro sporco. Cambiamo lo straccio esterno e con il tampone pulito passiamo finché non abbiamo tolto tutto l’olio e lo sporco.
La superficie del mobile si presenterà con un lucido molto morbido. Se dobbiamo chiudere piccoli fori di tarlo o piccole crepe sulla superficie facciamo delle stuccature con lo stucco di cera. Finiamo il mobile con un velo di encaustico.
Restaurare un mobile mantenendo la sua patina originale ci consente di fare un restauro rispettoso della sua storia e di mantenere intatto il suo valore antiquariale.
Nelle immagini, tratte dal corso online “Restauro mobili in patina. Un canterano, un secrétaire e un bureau“ , vedi il recupero della patina dell’anta a rullo di un bureau neoclassico intarsiato.
Se ti interessa la lucidatura a gommalacca a tampone hai molti modi per approfondire l’argomento. Trovi questa tecnica descritta passo dopo passo nel Prontuario del restauratore. Puoi vedere come si lucida con nel corso online “Lucidatura a gommalacca a tampone”. Se invece preferisci i corsi dal vivo impari la lucidatura al corso base di restauro e la puoi approfondire al corso personalizzato di lucidatura.
Il maestro Carlo