Torno a parlare dello stile Impero che, nato nella Rivoluzione Francese, prende forma durante l’Impero e si consolida nella Restaurazione, ma continuerà per molti anni soprattutto in provincia. Stile imposto da una moda che segna il passaggio di un’epoca e di un diverso modo di abitare. Dalla nobiltà, con lo stile Luigi XVI, alla borghesia, con lo stile Restaurazione. Gli ambienti si fanno più vivibili, pur mantenendo una certa predilezione per il fasto. Lo stile Impero piace, piace sia alla nobiltà restauratrice sia alla ricca borghesia, spesso arricchitasi con le forniture militari. Se il Direttorio era nato per simboleggiare con la sua semplicità la caduta di ogni privilegio, l’Impero nelle sue espressioni più lussuose conferma l’importanza dei possessori, la loro ricchezza e la loro vanità.
Lo stile Impero in Italia, divisa in molteplici repubbliche, viene fatto proprio in due modi: il primo imitando fedelmente i modelli francesi di Percier e Fontaine. Il secondo declinandolo a seconda del gusto regionale. Vedremo come è facile distinguere un mobile Impero Francese da uno Italiano. Legni, costruzione, dorature, bronzi, tanti sono gli elementi che fanno la differenza. I legni usati soprattutto, mogano e legni scuri in Francia importati dalle colonie; noce,ciliegio e legni nazionali in Italia. Negli interni, solido rovere oltr’alpe, pioppo e legni dolci da noi. Come sempre per riconoscere un mobile bisogna guardarlo più dentro che… fuori.
Nell’immagine: Secrètaire Impero impiallacciato in ciliegio, Toscana, primo quarto del XIX secolo. Sotheby’s Milano.