Come usare l’olio danese, chiamato anche Danish oil, è una domanda che ricevo di frequente durante i corsi di falegnameria che tengo nel mio laboratorio di Milano. Molti miei allievi conoscono l’olio danese perchè lo vedono usare dai makers americani che mostrano su YouTube come verniciano i loro lavori di falegnameria. Questa finitura ad olio facile da fare e che lascia le superfici opache o satinate piace molto.

Gli oli sono sempre stati usati per la finitura del legno e abbiamo già parlato dell’olio paglierino in questo articolo e dell’olio di lino cotto in questo. Come l’olio di lino cotto, l’olio danese protegge il legno ma non forma un film sulla superficie. In pratica si tratta di un impregnante.
L’olio danese
Non sono riuscito a scoprire perchè l’olio danese si chiama così...e nemmeno la sua ricetta segreta… In pratica ogni azienda produce questo olio per la finitura del legno con ingredienti diversi.
Alcuni di questi ingredienti sono l’olio di lino cotto, l’olio di Tung, un solvente e una resina. Questa probabilmente era la ricetta originaria di questa vernice. In pratica si trattava di una vernice oleoresinosa. Qui puoi leggere un approfondimento sulle vernici oleoresinose. Oggi gli ingredienti dell’olio danese sono molti e non sempre naturali.

L’olio danese infatti viene usato pensando che si tratti di un prodotto naturale ma non sempre lo è. Le resine contenute possono essere naturali o sintetiche così come i solventi. Per essere certi che nella ricetta non ci siano prodotti chimici che potrebbero rivelarsi tossici chiedi sempre la scheda tecnica e di tossicità all’azienza che lo produce.
Come usare l’olio danese
Usare l’olio danese è più semplice rispetto all’olio di lino cotto in quanto i tempi di asciugatura sono molto più veloci. Puoi stenderlo con uno straccio o con un pennello. Io preferisco usare un pennello, impregno la superficie e lascio assorbire il legno qualche minuto, quindi tolgo l’eccesso con uno straccio.

Dopo 5/6 ore puoi passare la seconda mano, sempre con le stesse modalità. Per l’olio danese che sto usando le mani consigliate sono almeno 3 per interni e 4 per esterni.
L’olio danese altera leggermente il colore del legno ed è sempre meglio fare delle prove prima di procedere alla verniciatura di tuto il mobile. Alcuni legni diventano molto scuri e alcuni oli danesi sono sconsigliati sul legno di rovere proprio perchè questo diventa scurissimo.
Qui sotto puoi vedere come i vari oli e la gommalacca usata a pennello o a tampone alterano, colorandolo, il colore del legno e rendono le superfici opache, satinate o lucide a seconda di come vengono usate. Dedicheremo a questo argomento un prossimo articolo.

Anche l’olio danese ha bisogno, come tutti gli oli e le vernici oleoresinose di manutenzione. Significa che è buona norma ripassare una mano di olio una volta all’anno. Gli stracci che usiamo per asciugare gli oli siccativi non vanno mai abbandonati a se stessi ma vanno stesi ad asciugare. Se riposti bagnati infatti potrebbero prendere fuoco per autocombustione.

Nell’immagine sopra vedi un legno di abete la cui superficie è stata “rusticata”. In pratica è stata usurata con delle spazzole metalliche in modo da consumare le le parti di legno più morbide lasciando in evidenza le più dure. La finitura è stata fatta con l’olio danese passando più mani e spagliettando anche con una paglietta sintetica tra una mano e l’altra per rasare il pelo. Il risultato è un bel lucido satinato. Come vedi l’olio danese tende a scurire alcune parti lavorate.
Se anche tu ami il restauro, la falegnameria e le finiture naturali del legno vieni ai corsi dal vivo che tengo in laboratorio a Milano o segui uno dei miei corsi online dove trovi anche il mio video corso “La lucidatura a gommalacca”. Se invece sei alle prime armi scopri i segreti del restauro con il Prontuario del restauratore.
Il maestro Carlo