Come riconoscere e restaurare il marmo è un aspetto molto importante del restauro del mobile.
Quando restauriamo un mobile non lavoriamo solo con il legno ma anche con altri materiali: il metallo delle serrature e maniglie, l’imbottitura delle sedute e il marmo.
Il marmo veniva spesso utilizzato sui mobili antichi o vecchi come coperchio per cassettoni, comodini, consolle e toilette.
Anche il marmo, come il legno, ha una sua patina e dobbiamo imparare a restaurarlo senza rovinarla. Sconsiglio di affidare il restauro del marmo ai marmisti perchè lo levigano con la levigatrice rovinandone irrimediabilmente la patina. Il marmo diventa così praticamente nuovo e perde il suo valore antiquariale.
Nei miei Corsi Online insegno agli allievi e allieve a riconoscere e restaurare il marmo.
Quando parliamo di “marmo” nel restauro e nell’antiquariato, non ne parliamo mai da un punto di vista chimico-fisico o geologico. Per “marmo” intendiamo una pietra che si può lucidare e rientrano sotto questa definizione graniti, porfidi, basalti, calcari, alabastri e altri.
Come sai i marmi e le pietre decorative sono moltissime ed è un buon inizio riconoscerne almeno quattro:
- Bianco di Carrara
- Rosso di Verona
- Giallo Siena
- Portoro
Come vedi il nome del marmo è spesso associato al suo colore e alla provenienza. Poi ci sono ulteriori definizioni legate al tipo di taglio o venatura: broccatello, venato, arabescato, nuvolato o fiorito.
Uno dei marmi più facili da riconoscere è sicuramente il Bianco di Carrara. Si tratta di un marmo estratto in Toscana che ha un fondo bianco o leggermente grigio venato. Le venature possono essere più o meno scure.
Il Bianco di Carrara è sempre stato usato sui mobili anche se spesso non viene considerato un marmo di grande pregio. Qui lo vediamo su un mobile Luigi XVI francese, i francesi invece hanno sempre molto apprezzato questo marmo.
Un altro marmo facile da riconoscere è il Rosso Verona, un marmo usato fin dall’antichità per decorare monumenti e chiese. Sui mobili è stato molto usato nel 900, per la sua struttura è un marmo che può rompersi molto facilmente.
Nei Corsi Online trovi tutorial specifici sul restauro del marmo rosso Verona. Nel particolare evidenziato in alto vedi una sbeccatura, si tratta di un problema molto comune su questo marmo di origine sedimentaria.
Le sbeccature del marmo le stucchiamo con uno stucco bicomponente specifico per marmi. Lo stucco è bianco e lo coloriamo con terre e ossidi per ottenere il colore desiderato, sono gli stessi pigmenti che usiamo per colorare lo stucco di gesso.
Un marmo molto interessante usato sui mobili antichi è il giallo Siena. Si tratta di un marmo molto bello che ha sostituito il Giallo Antico, usato nell’antichità e che proveniva da cave in Nord Africa
Il Giallo Siena ha molte tonalità di colore, circa dieci, che vanno dal Bianco Avorio al Maculato Etrusco e non era sempre facile per me riconoscerlo. Qui sopra vedi una consolle toscana dei primi dell’800 con un coperchio in Broccatello di Siena. Si tratta di un Giallo Siena molto venato di rosso.
Per imparare a riconoscere questo marmo ho visitato, durante una vacanza, l’Accademia dei Fisiocratici di Siena dove sono raccolti campioni di marmi cavati nella provincia di Siena e non solo. Qui puoi vedere il catalogo completo della collezione dei marmi antichi.
I marmi pregiati vengono spesso tagliati in lastre sottili, si tratta di una tecnica molto antica usata già dai Romani. Questa tecnica è stata usata per il coperchio di questo cassettone Neoclassico che ho restaurato alcuni anni.
Qui sopra vedi bene il lastrone di marmo che riveste un coperchio realizzato con gesso e scagliola. In questo modo, oltre a risparmiare materiale prezioso, si possono ottenere sulle superfici dei coperchi disegni e specchiature.
Un altro marmo che dobbiamo imparare a riconoscere è il Nero Portoro. Un marmo che si cava a Portovenere in provincia di La Spezia. La cava di Portoro oggi è sotterranea per non deturpare il paesaggio.
Il Nero Portoro ha avuto grande successo nel 900 ma è sempre stato usato fin dall’antichità. Qui sopra lo vediamo usato come coperchio di un cassettone Neoclassico di produzione genovese.
Abbiamo visto prima come stuccare un marmo con una semplice sbeccatura. I marmi però sono sempre piuttosto delicati e, se trasportati male si spezzano, come questo coperchio di comodino.
Dopo aver incollato il coperchio, levighiamo la parte incollata con carte abrasive sempre più fini fino ad usare un polish specifico. Patiniamo poi con un encaustico neutro con un’alta percentuale di cera carnauba.
Questa cera è molto dura e ci consente di ripatinare il marmo ottenendo un bel lucido morbido. Qui sopra vedi un bel marmo Broccatello di Spagna che Domenico, un mio allievo dei Corsi Online, ha appena restaurato e patinato. Qui vedi i restauri di Domenico.
Ecco il commento di Domenico ai Corsi Online:
…Devo ammettere che e’ stato uno dei percorsi formativi più’ interessanti della mia vita e, con il forum sempre attivo, la distanza on-line non e’ mai stata un problema. Anzi, la maggior parte dei “segreti di bottega” li ho imparati sul forum guardando i lavori dei mie colleghi e leggendo i consigli del maestro. E’ stato per me un percorso formativo che continua ogni giorno con qualcosa di nuovo da imparare, incluso la storia del mobile, che trovo interessantissima prima di procedere al restauro. Dopo un anno, posso dire di aver imparato un bel po’ di “mestiere”. Grazie, maestro Carlo.
I corsi online di Mestieri in Corso sono una raccolta di video tutorial che ti mostrano il restauro e la decorazione del mobile a tutto tondo. Dalla preparazione dello stucco fino al riconoscimento di un mobile falso. Ti aiutano a imparare il restauro online al tuo ritmo: ti abboni per quanto tempo vuoi, impari ciò che ti serve, lo consulti quando e dove ti pare. Clicca qui per vedere il video di presentazione dei Corsi Online.
Il maestro Carlo
Le immagini sono tratte dai Corsi Online e da Aste Cambi che ringrazio.