Restaurare un mobile è come fare un viaggio e un viaggio va progettato per bene.
Anche se sappiamo che lungo la strada troveremo degli imprevisti dobbiamo avere qualche punto fermo. Un albergo o ostello dove dormire e riposare, un ristorante o trattoria dove sappiamo si mangia bene, una fontanella dove bere acqua fresca.
Nel restauro è la stessa cosa. All’inizio del nostro progetto non sappiamo ancora quali difficoltà troveremo, ma sappiamo quali passi dobbiamo compiere, quali sono i punti fermi di riferimento e quali saranno le soddisfazioni finali.
Ti propongo oggi un bel viaggio intorno ad un piccolo mobile. Un viaggio che durerà 4 giorni.
Il primo passo per un buon restauro è l’analisi del mobile. Dobbiamo osservare il mobile e capire di che mobile si tratta. Partendo da questa osservazione e in base all’epoca del mobile, al suo stile e ai suoi problemi faremo il progetto di restauro.
Si tratta di un comodino Chippendale della seconda metà del secolo scorso. Questo stile si chiama così perchè si ispira vagamente ad alcune forme mosse che l’architetto inglese Chippendale disegnò nel 700 in Inghilterra.
Le nostre mamme e nonne non vedevano l’ora di disfarsi dei vecchi mobili, che ricordavano ancora la guerra, e di sostituirli con questi nuovi di gran moda.
I mobili di quest’epoca, siamo tra gli anni 50 e 60, sono già prodotti in serie. il legno massello cede il passo al compensato e spesso le superfici sono impiallacciate con belle radiche di noce.
I problemi del nostro comodino sono gli stessi di tanti mobili di quest’epoca, tarlo, vernici sintetiche sfogliate, piallacci sollevati. Cominceremo il nostro viaggio proprio eliminando il tarlo e la vecchia vernice.
Prima tappa: antitarlo e sverniciatura.
Il comodino presenta segni evidenti della presenza del tarlo. Il bordo chiaro di alcuni fori fa pensare a sfarfallamenti recenti.
Quando restauriamo un mobile facciamo sempre un trattamento antitarlo a base di permetrina. La permetrina è un insetticida non tossico per l’uomo.
Spennelliamo tutta la superficie del mobile con l’antitarlo in modo da impregnare bene tutte le superfici. Dentro e fuori dal mobile.
Chiudiamo il mobile dentro a un telo di polietilene. Questo non ha la funzione di soffocare il tarlo ma di non fare evaporare velocemente i solventi.
Dopo almeno due settimane di antitarlo prendiamo in analisi la vernice del mobile. Come vedi si tratta di una vernice sintetica rovinata dall’umidità e sbiancata.
Quando la vernice è così rovinata bisogna rimuoverla. Dopo aver protetto le cerniere del mobile togliamo la vernice con uno sverniciatore in gel.
Lo sverniciatore ha la funzione di rimuovere tutte le vecchie cere e vernici che si trovano sulla superficie del mobile. Dopo aver steso il gel…
…aspettiamo qualche minuto e lo rimuoviamo con una paglietta d’acciaio grossa. Possiamo aiutarci anche con una vecchia spatola.
Come vedi lo sverniciatore scioglie la vernice e la paglietta d’acciao la rimuove. Ripetiamo l’operazione finchè la superficie è pulita.
Aiutiamoci con un vecchio scalpello o cacciavite e rimuoviamo la vecchia vernice e il gel rimasti nelle modanature o intagli del mobile.
Puliamo la superficie con uno straccio imbevuto di solvente. Io uso l’alcool ma potresti usare anche diluente nitro.
Siamo giunti alla fine del primo giorno di restauro del comodino. Oggi abbiamo visto come fare il trattamento antitarlo e la sverniciatura del mobile.
Domani riprenderemo il nostro viaggio con la falegnameria. Vedremo insieme quali sono i problemi del piallaccio che riveste il mobile e come risolverli. Faremo tutto passo dopo passo e sarà come essere in bottega al mio fianco. Leggi qui la seconda tappa.
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Il maestro Carlo