Vintage: dal minimalismo allo stile “Grandmillennial”

Dalla casa minimale alla casa con memoria: il gusto “grandmillennial”

C’è stato un tempo, non molto lontano, in cui nelle nostre case dominavano il bianco, il legno chiaro e le linee pulite. I mobili dovevano “sparire” per lasciare spazio alla luce, e ogni oggetto superfluo era un intruso.


Era lo stile dei Millennial, la generazione nata tra il 1981 e il 1996, cresciuta con l’idea che la leggerezza visiva fosse sinonimo di benessere. Un’estetica sobria, funzionale, spesso scandinava: pochi oggetti ma buoni, colori neutri, piante verdi a fare compagnia.


Anche il vintage, quando compariva, veniva ripulito e semplificato — un tavolo semplice con il piano in vetro colorato, una sedia d’epoca non troppo impegnativa. Poi qualcosa è cambiato. Negli ultimi anni ha preso forma un nuovo modo di abitare il passato, più caldo, più affettuoso, meno timoroso del “troppo”.


Si chiama stile Grandmillennial: una parola che unisce due mondi apparentemente opposti — “grandma” (nonna) e “millennial”e che racconta il ritorno del desiderio di radici, di cose che parlano di qualcuno, di stanze che non sembrano appena uscite da un catalogo. Il termine è stato portato alla ribalta nel 2019 da Emma Bazilian, giornalista di House Beautiful, nell’articolo “The Rise of Grandmillennial Style”.

Arredamento Grandmillenial.
Bazilian descriveva così questa nuova tendenza: “Dai venticinque ai trentacinque anni, i Grandmillennial mostrano un’affinità per quelle tendenze d’arredo che generalmente sono considerate ‘vecchie’ o ‘sorpassate’ — stampe floreali, tessuti stampati a fiori o quadri, ceramiche decorate”

 

Eccolo il punto di svolta: l’amore per ciò che fino a poco prima veniva liquidato come “da nonna”. Solo che ora non è più ironia, ma scelta consapevole. Torna il piacere di un tessuto che racconta, di un mobile che non nasconde le sue cicatrici, di una tazza sbeccata che resta sul tavolo perché “è quella della zia”. Le case grandmillennial non cercano la perfezione, ma la continuità.

Tavolo rustico in un arredo Grandmillenial.
Mescolano stili e ricordi: un lampadario in ottone accanto a un divano contemporaneo o un vecchio tavolo con poltrone in rattan colorate oppure una credenza antica in mezzo a un open space. È un modo di abitare che fa posto alla memoria — e forse anche alla gratitudine. Se il minimalismo millennial diceva “meno è meglio”, lo stile grandmillennial sussurra: “più è personale, meglio è.”

 

E non è forse questo il senso più profondo del vintage? Non la nostalgia in sé, ma il piacere di riconoscersi in qualcosa che ha già vissuto.

 

Oggi abbiamo visto insieme come i mobili antichi, o semplicemente vecchi, trovano nuovo spazio nell’arredamento delle case dei giovani. Se ami il restauro dei mobili e ti vuoi avvicinare a questo mondo affascinante hai molti modi per farlo:

 

A presto!

Il maestro Carlo

 

Le immagini di questo articolo sono di RetrofficinaMilano, Mary Ellen Becker e Allison Eather che ringrazio.

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Mi chiamo Carlo Ferrari e da oltre 20 anni mi occupo di restauro e antiquariato.

Un giorno ho deciso di fare della mia passione il lavoro del mio futuro. Un hobby, una passione proprio come te.

Oggi posso dire di essere un restauratore affermato, ho molti clienti privati, lavoro per istituzioni e per alcuni grandi antiquari.

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