Siamo alla quarta tappa del nostro racconto e si avvicina la parte più interessante di tutto il viaggio: la lucidatura del mobile.
- Se ti sei perso la prima tappa la puoi leggere qui. Abbiamo fatto l’analisi del mobile e deciso che restauro fare.
- Se ti sei perso la seconda tappa la puoi leggere qui. Abbiamo fatto la falegnameria incollando il piallaccio sollevato.
- Se ti sei perso la terza tappa la puoi leggere qui. Abbiamo stuccato, carteggiato e dato la prima mano a pennello.
Voglio farti vedere oggi una finitura del mobile molto semplice. Se restauriamo un mobile molto antico dobbiamo fare un restauro che mantenga tutte le caratteristiche dei mobili della sua epoca.
Se restauriamo un mobile Impero ad esempio faremo una lucidatura a gommalacca a tampone molto lucida e brillante.
Sul nostro comodino Chippendale, che non ha valore antiquariale, possiamo fare la finitura che più ci piace. Ne facciamo una che io chiamo “a poro aperto” o “a cera”. Si tratta di una finitura molto semplice ma che ci dà grandi soddisfazioni.
E’ la lucidatura che consiglio di fare ai miei allievi quando restaurano il loro primo mobile.
Quarta tappa: la lucidatura
Abbiamo già passato una mano di gommalacca sul mobile e dopo averla lasciata asciugare bene (24 ore) rasiamo il pelo del legno per rendere la superficie morbida.
Il pelo sono le fibre del legno che in parte vengono tagliate quando carteggiamo ma in parte si piegano. La prima mano di gommalacca fissa questo pelo e ci consente di tagliarlo con una carta abrasiva fine o una paglietta.
Possiamo usare la tradizionale paglietta in acciaio finissima (quattro zeri) oppure la paglietta sintetica. Io preferisco la paglietta sintetica detta anche panno abrasivo.
Passiamo la paglietta su tutta la superficie del mobile. La polvere bianca che vedi è il pelo del legno che stiamo rasando e la gommalacca in eccesso che stiamo togliendo.
Aspiriamo la polvere e puliamo bene. Passiamo una buona cera per mobili. Nei Corsi Online di Mestieri in corso impari anche la ricetta per preparare la cera.
Passa con un pennello la superficie del mobile e distribuisci la cera. Il vero segreto è mettere poca cera di buona qualità.
Togli la cera in eccesso con uno straccio. Sugli intagli e le modanature passa una spazzola per distribuire la cera e lucidarla.
Dopo aver incerato il mobile ci dedichiamo alla ferramenta. Qui vedi la maniglia prima del restauro. Si tratta di una bella maniglia di gusto Déco in bachelite.
Puliamo la maniglia con la paglietta d’acciaio quattro zeri. Puliamo anche le cernicere ossidate. Ti consiglio di non lucidare troppo la parti in metallo ma di lasciarle leggermente in patina.
Mettiamo la maniglia usando i dadi e i copridadi. I copridadi hanno una funzione estetica ma servono anche a non ferirsi con le parti in metallo.
Ecco come si presenta la maniglia montata sul comodino. Come vedi pur essendo un mobile degli anni 50 porta ancora una ferramenta di gusto più vecchio.
Ecco il comodino finito. Abbiamo tolto la vecchia vernice, fatta la falegnameria e rilucidato. La lucidatura a gommalacca e cera ha messo in risalto le venature e la radica.
In questo particolare vediamo bene cosa intendo per “lucido morbido”. La luce penetra nel legno mostrando le bellezze della radica e delle venature senza essere troppo riflessa dalla superficie del mobile.
In questa quarta tappa abbiamo visto come fare una lucidatura semplice del nostro comodino. Si tratta di una finitura che richiede manutenzione. Significa che una volta all’anno dobbiamo ridare la cera al mobile. Non ne serve molta, giusto un filo. Giusto per prenderci cura di un nostro mobile.
Il nostro viaggio però non finisce qui. Se vuoi vedere il restauro di molti altri mobili, conoscerne la storia e imparare come fare a restaurarli seguimi nei miei Corsi Online.
Tengo corsi onine dal 2008 e ho sempre creduto in questa forma di trasmissione del sapere. Se vuoi continuare il viaggio con me guarda la registrazione della teleconferenza di presentazione e le risposte che ho dato alle domande degli allievi.
A presto.
Il maestro Carlo