Mercato antiquariale : perchè il mobile regionale italiano rimane fuori dal mercato internazionale? Qualche giorno fa durante una delle teleconferenze che tengo regolarmente con i miei allievi dell’Accademia del restauro ci siamo fatti proprio questa domanda.
Gli antiquari e i collezionisti italiani amano i mobili regionali ed è risaputo che i mobili genovesi di qualità, nel mercato di Genova, raggiungono prezzi elevati, così come i mobili lombardi e milanesi, a Milano, hanno quotazioni molto alte. Nel mercato mondiale, però, i mobili italiani non raggiungono quotazioni altissime, perché non sono mobili spendibili a livello internazionale. I mobili francesi si possono trovare negli arredamenti di tutto il mondo, a New York come in Giappone, mentre sicuramente è difficile trovare una ribalta lombarda a Tokyo.
I mobili francesi e inglesi
Personalmente, non mi è mai capitato di vedere, in fotografie di arredamenti internazionali, dei mobili di origine lombarda, cosa che invece mi capita molto spesso con mobili francesi o inglesi. Questo avviene perché, storicamente, l’Italia è rimasta divisa fino al 1861. Prima di allora, ogni regione e ogni città declinava a modo suo gli stili del momento, dando origine a mobili molto diversi fra loro. Nella foto in alto vedi una ribalta lombarda, molto diversa da una ribalta genovese o piemontese.
Di regione in regione, e di città in città, si vedevano mobili completamente diversi, mentre, al contrario, in Francia, ciò che veniva realizzato a Parigi si replicava poi in tutto il resto del paese. Per questa differenza sostanziale, il mobilio francese e quello inglese sono divenuti un modello internazionale. Al contrario, quello italiano ha mantenuto una connotazione più provinciale, rimanendo “tagliato fuori” dai grandi giri di mercato.
Il “coraggio” degli arredatori
Pochi arredatori hanno o hanno avuto il coraggio di inserire mobili italiani in arredamenti internazionali. Uno di questi era senz’altro Renzo Mongiardino, L’architetto e scenografo italiano che ha arredato le case di molte star a livello internazionale da Rudol’f Nureev a Thyssen, Onassis, Agnelli e Rothschild. Spesso i decoratori, i tappezzieri e i falegnami che lavoravano per lui erano italiani e spesso lo erano anche i mobili inseriti negli arredi. In alto vedi la copertina della rivista AD che presentava la casa parigina di Rudol’f Nureev arredata da Mongiardino con le fotografie di Lord Snowdon. Una delle case che ha dettato il gusto degli anni 80.
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Il maestro Carlo
Le immagini dei mobili sono di Casa d’aste Cambi mentre la foto della rivista AD è da Pinterest