Come sai, ho recentemente pubblicato un video tutorial sul restauro di un piano lastronato di un tavolo dell’800 e su come è stato raddrizzato il suo coperchio imbarcato usando una pressa a caldo. Gianluca, un mio studente del corso sulla lucidatura a tampone, mi pone una interessante domanda:
Come ci si comporta se è da raddrizzare il piano lastronato?
Domanda molto pertinente, spesso infatti i piani lastronati si stortano, soprattutto se lastronati da una parte sola.
Una buona lastronatura infatti viene eseguita su tutti e due i lati del ripiano. Il lastrone e la colla a caldo tendono a “tirare” imbarcando inevitabilmente il ripiano stesso. La decisione di intervenire su un ripiano imbarcato deve essere sempre valutata molto attentamente dal restauratore in accordo con il cliente. Se l’imbarcatura non è eccessiva io tendo a non intervenire, lasciando il mobile con tutto il sapore della sua storia. Spesso però un piano imbarcato è un grosso problema, pensa all’antone di una ribalta o all’anta di una credenza. Porre un ripiano lastronato sotto una pressa a caldo ha però alcuni svantaggi. Innanzitutto la patina originale si rovina in modo spesso irrecuperabile, bisogna quindi rilucidare il pezzo.
Un altro inconveniente è dovuto alla presenza della colla a caldo. Può succedere che la colla animale con il calore della pressa “rinviene” e una volta raffreddata riprende le sue caratteristiche incollando di nuovo il lastrone. A volte però la colla ha perso le sue qualità e ci si trova con un ripiano perfettamente dritto ma con il lastrone staccato in più punti, devi quindi riattaccarlo. Operazione interessante ma complessa e lunga da effettuare. Questo va ad influire sui costi del restauro: per questo è importante, in sede di preventivo, valutare tutte le possibili soluzioni anche in virtù del valore del mobile e della capacità di spesa del cliente.
Nell’immagine: Coppia di tavoli da gioco, Venezia, XVIII secolo. Finarte, Milano.
Puoi notare il coperchio del secondo tavolino con la tipica imbarcatura dovuta al lastrone che “tira”.
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