Come riconoscere un piallaccio da un lastrone

Come riconoscere un piallaccio da un lastrone è uno dei primi passi per imparare a riconoscere i mobili antichi.

Marco, un mio allievo dei Corsi Online che sta seguendo il corso di Storia del mobile antico, me lo ha chiesto recentemente. In realtà la domanda era più specifica sull’intarsio ma prima di parlare di intarsio dobbiamo parlare di piallaccio e lastrone.

L’idea è semplice: costruire un mobile con del legno massello nazionale come pioppo, abete o rovere e rivestirlo con fogli di legni pregiati come ebano, palissandro e bois de rose. Questi legni erano importati dalle colonie e quindi molto costosi. Solo il re Luigi XIV infatti poteva permettersi un mobile di ebano massello.

E’ proprio durante il regno del Re Sole che l’idea di tagliare in fogli sottili i legni pregiati e rivestire con questi la struttura del mobile prende piede. Nasce così e si perfeziona la figura dell’ebanista. L’artigiano specializzato nell’esecuzione di lavori in ebano e legni pregiati.

Questi fogli, oltre che a rivestire il mobile possono essere tagliati in piccole tessere e usati per formare dei disegni sulla superficie. Questa tecnica si chiama intarsio. Le tessere possono avere forme geometriche oppure naturalistiche e ne parleremo nel prossimo articolo.

Quando si parla di mobili intarsiati però si parla sempre di lastrone o impiallacciatura. La differenza è molto semplice e la vediamo insieme.

Come riconoscere un piallaccio da un lestrone

Un lastrone è un foglio di legno tagliato con uno spessore di 5/6 millimetri. I lastroni con questo spessore sono i più antichi.

Taglio del lastrone

Hanno questo spessore perchè venivano tagliati a mano con una sega molto semplice. Era molto difficile in questo modo ottenere spessori più sottili.

Lastrone di noce

Questo è un esempio di radica di noce tagliata in lastroni con una sega. I lastroni venivano poi ritagliati e incollati sulla superficie del mobile.

Cassettone ferrarese

Questo è un cassettone ferrarese del 700 la cui superficie è ricoperta da lastroni di radica di noce. Qui puoi vedere la storia di questo mobile.

Cassettone ferrarese particolare

Qui sopra puoi vedere lo spessore del lastrone che riveste il mobile. Questo spessore ci consente di datare il mobile in maniera corretta.

Lastroncino

Con l’introduzione nell’800 del taglio meccanizzato si ottengono spessori sempre più sottili. Questo è un “lastroncino” di circa 2 millimetri di spessore.

Sega per lastroni

L’industriallizzazione porta alla costruzione di macchine sempre più sofisticate per ottenere fogli di legno. Qui sopra una macchina idraulica. Qui vedi un video su come funzionano queste macchine.

Taglio piallaccio

Annuncio pubblicitario della ditta Ducci pubblicato sul “Giornale del commercio” di Firenze il 14 aprile 1841 che testimonia la presenza in Italia di macchine per il taglio “d’Impiallacciature di ogni specie”

Piallaccio o Impiallacciatura

Con le macchine si ottengono spessori sempre più sottili. Oggi un piallaccio è alto 5 decimi di millimetro, praticamente come un foglio di carta.

Cassettone impiallacciato

Ecco un cassettone del primi anni del 900. La struttura in pioppo è rivestita da fogli di piallaccio, le venature del legno “disegnano” la superficie del mobile.Vedi il restauro delle guide di questo cassettone in questo corso.

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Il maestro Carlo

La seconda immagine è tratta da André Jacob Roubo “L’art de la menuiserie”, la pubblicità è tratta da “Il bello ritrovato” edito da De Agostini

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Mi chiamo Carlo Ferrari e da oltre 20 anni mi occupo di restauro e antiquariato.

Un giorno ho deciso di fare della mia passione il lavoro del mio futuro. Un hobby, una passione proprio come te.

Oggi posso dire di essere un restauratore affermato, ho molti clienti privati, lavoro per istituzioni e per alcuni grandi antiquari.

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